Page 12 - Bollettino di Numismatica - Materiali n. 75-2019
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Roma, Museo Nazionale Romano Collezione di Vittorio Emanuele III
Bollettino di Numismatica, Materiali 75 (2019) M. Chimienti - G. B. Vigna
relativi allo scudo da 100 baiocchi e al mezzo scudo da 50 . L’incisore della Zecca romana, Ferdinando
Hamerani, da poco eletto, li fece eseguire da un suo sottoposto, Francesco Corazzini . Dopo l’arrivo a
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Bologna dei nuovi conii fu possibile battere mezzi scudi alla fine del 1784, utilizzando il torchio mez-
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zano (costruito dal Gualchieri nel 1685 e ancora in grado di lavorare) , mentre per lo scudo d’argento
si fecero solo alcune prove perché il torchio grande, necessario per la battitura, si era guastato irrime-
diabilmente . Altri di questi scudi furono coniati solo dopo l’entrata in funzione nel 1787 del nuovo
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torchio di Francesco Comelli, più grande e robusto di quello del Lelli che era stato sostituito (si trattò
in sostanza di una prova di pochi esemplari, 70 pezzi in tutto, volta a collaudare il nuovo strumento) .
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Nel 1785 vi fu un’ulteriore e più abbondante emissione di mezzi scudi per i quali Tadolini
utilizzò un conio di dritto modificato (fu cambiata la data e sostituita l’armetta Boncompagni con
quella del nuovo legato cardinale Archetti) . Per incidere il nuovo conio il Tadolini utilizzò i punzoni
parziali che Corazzini aveva spedito da Roma, il rovescio rimase invece invariato .
Lo zecchiere Girolamo Pignoni e le caratteristiche della monetazione
Riprendiamo da Malaguzzi Valeri , integrandolo e correggendolo col documento originale, i
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capisaldi del regolamento sottoscritto da Girolamo Pignoni, nominato nel 1780 Mastro di Zecca in
sostituzione del padre Matteo e riconfermato con atto del 15 marzo 1783: sono gli ultimi capitoli di
quel secolo . Tra gli altri punti merita di essere sottolineato il sesto che definisce, nel titolo e nel
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peso, le caratteristiche della monetazione da battersi .
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Capitoli stipulati con lo zecchiere Girolamo Pignoni 68
In Christi nomine Amen. – Anno ab illius Nativitate millesimo septingentesimo octagesi-
mo tertio, Indictione prima die vero decima quinta mensis Martii, tempore Pontificatus
Sanctissimi in Christo Patris et Domini Nostri Pij VI Divina Providentia Summi Pontificis.
Venne eletto sotto il dì 22 Decembre dell’anno 1779 dall’Ill.mo ed Ecc.mo Reggimento
di volontà e consenso dell’E.mo e Rev.mo Sig. Card. Legato all’uffizio di pubblico Zec-
chiere il Sig. Girolamo del fu Matteo Pignoni per tre anni prossimi avvenire, da aversi
per cominciati dal dì dell’elezione sud.ta, e da finire come seguirà, e come dal partito
di detta Elezione, che verrà registrato a fine di questo Istrumento dopo le clausole gene-
rali, e furono pur riformati ed approvati con Senato Consulto dei 14 gennaro 1780 li
capitoli dell’uffizio medesimo di zecchiere. Proseguendo pertanto il sud.to Sig. Pignoni
nell’uffizio di zecchiere, per tacita proroga, e non essendosi peranche, come dovevasi
in esecuzione dei suddetti Partito e Senato-Consulto fin da quando fu eletto, ridotti a
pubblico Istromento la suddetta Elezione e Capitoli, anche perché essendo cessato di
vivere Francesco Mignani prima Sigurtà del suddetto Zecchiere, non gli è stato così
facile il sostituirne un’altra, come ha poi fatto alla fine dell’anno scorso. Quindi è, che
costituiti davanti l’E.mo e Rev.mo Sig. Card.le Ignazio Boncompagni Ludovisi del Tito-
lo di S. Maria in Portico, di questa Città e Distretto meritissimo Legato a Latere, gl’Ill.
mi Sig.ri Marchese Francesco Ghisilieri, Conte Alamanno Isolani, Marchese Giuseppe
Angelelli e Carlo Dondini Ghiselli tutti nobili Patrizj e Senatori di questa Città […]
hanno riconosciuto e dichiarato per pubblico Zecchiere di questa Città il predetto Sig.
Girolamo Pignoni […] presente, stipulante ed accettante a ciò per il tempo e termine
enunziato nel partito di sua elezione, e per quello inoltre per cui viene o verrà con
tacita o espressa proroga confermato nell’Uffizio medesimo, e con li patti, condizioni,
salario ed obblighi contenuti ne’ seguenti Capitoli, come sopra riformati, ed approvati
col seguente Senato Consulto “Die Veneris 14 Januarii 1780 […]”
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