Page 11 - Bollettino di Numismatica - Materiali n. 75-2019
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Roma, Museo Nazionale Romano                                            Collezione di Vittorio Emanuele III

             Bollettino di Numismatica, Materiali 75 (2019)                                  M. Chimienti - G. B. Vigna




             opinione fu discordante ma, nel complesso, il dritto migliore fu ritenuto quello di Tadolini che ritraeva
             Pio VI con realismo, mentre il rovescio più elegante apparve quello di Caponeri che raffigurava un
             tempietto con miglior resa prospettica e adeguato rilievo . Così lo scudo venne battuto con un conio
             per ognuno dei contendenti e, naturalmente, vennero pagati entrambi: nacque pertanto una moneta
             ibrida, mentre si conoscono pochissimi esemplari prodotti con entrambi i conii di Tadolini oppure di
             Caponeri  . Le monete per l’arrivo del Pontefice furono emesse parecchio tempo dopo questo even-
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             to : gli scudi entrarono in circolazione nel luglio 1782, i mezzi scudi in novembre, gli zecchini nel
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             maggio 1783 e i testoni nel dicembre successivo (Tab . D) . Le due coppie di conii di Giuseppe Schwen-
             dimann giunsero a Bologna all’inizio del 1783 e vennero immediatamente provate . Si coniarono in
             tutto una ventina di zecchini, poi si usarono anche i conii del testone ma dopo aver battuto poche
             monete si guastarono (probabilmente a causa di una cattiva tempera del metallo)  e vennero rispediti
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             a Roma all’Ambasciatore perché li facesse rifare . Non si concluse nulla e lo Schwendimann li reinviò
             a Bologna, consigliando di trarne un punzone con cui preparare un nuovo conio , e così fu fatto  . La
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             testimonianza di questi eventi si trova anche nel registro dei conii del Tadolini  sul quale, dopo la data
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             1784, sono riportate le impressioni su cartone del dritto e del rovescio dei conii del testone con tem-
             pietto accompagnate dalle parole: è del Tadolini levato da simile fabbricato a Roma da Schwendiman
             e che non potè servire per essere calato . Dopo la data 1785 sono riportate le impressioni del dritto e
             del rovescio dello zecchino e vi è scritto: zecchino fabbricato a Roma dallo Schwendiman nel 1782,
             e di cui si batterono alcuni pochi zecchini; nel corso di quell’anno e del successivo ne furono coniati
             ulteriori 909 esemplari , per un totale complessivo di 930 .
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                  Per tornare al 1783, Tadolini approntò solo due coppie di conii che servirono per battere il
             mezzo paolo (carlino da 5 baiocchi) . Infatti nell’agosto di quell’anno per coniare le doppie d’oro,
             del valore di 30 paoli, furono usati i conii con data 1779 e per le doppie da 60 paoli quelli preparati
             due anni prima .
             Tabella D - Emissioni di monete battute per celebrare il passaggio di papa Pio VI a Bologna

                Data                                           Nominale                        Esemplari

                24/7/1782                                        Scudo                           1 .680
                02/11/1782                                       Scudo                           1 .850
                02/11/1782                                   Mezzo scudo                         3 .010
                05/05/1783                                     Zecchino                        21 (+909)
                11/12/1783                                   Mezzo scudo                         3 .190

                11/12/1783                                      Testone                           700

                  Nel corso del 1784 vennero effettuate imponenti emissioni di moneta di rame, concesse dal
             governo centrale di Roma, allo scopo di ridurre il passivo creato nella Camera di Bologna dalle
             emissioni di buon argento battute per sostituire le vecchie monete logore ritirate dalla circolazione .
             Per poter battere quelle monete di rame il Tadolini aveva eseguito 61 coppie di conii (di cui 10
             danneggiatesi precocemente) e naturalmente ne presentò il conto all’Assunteria  . Detratti i cinque
                                                                                                60
             gratuiti, solo per i conii del rame si raggiungeva la cifra di 1 .640 lire ma fu retribuito con una cifra
             forfettaria di 1 .500 lire . È probabile che per eseguire quei conii si sia servito a piene mani dei pun-
             zoni e dei conii creati da Filippo Balugani e che aveva acquistato dai suoi eredi .
                  Alla fine del 1783, certamente sollecitati dal Legato, gli Assunti avevano valutato l’ipotesi di non
             rinnovare l’incarico all’incisore bolognese e di procurarsi i conii presso la zecca di Roma . Sebbene
             poi tale ipotesi fosse rientrata, decisero di effettuare un ordine nella capitale almeno per alcuni conii

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