Page 35 - Bollettino di Numismatica Studi e Ricerche n. 4/2024
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Silvana Balbi de Caro. Il pensiero, l’opera, gli studi







            sottolineavano la straordinaria presenza di pubblico (“Duemila per l’oro del Te”) e
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            di “Tutto il gotha dei Musei” . La grande sfida è stata quella di non allineare le mo-
            nete e le medaglie come se fossero tanti bottoni ma di fare in modo che rivivessero
            nell’ambiente che le aveva prodotte. I dipinti, i documenti e gli oggetti esposti non
            sono dunque un corollario ma elementi fondamentali per ricostruire la storia della
            famiglia Gonzaga e della città sotto un aspetto diverso dichiarava Silvana Balbi de
            Caro ai microfoni di Paola Cortese della Gazzetta di Mantova il 10 settembre 1995.
            La narrazione espositiva è stata poi arricchita da suggestive ricostruzioni ambientali
            ed efficaci installazioni virtuali, accolte con lungimiranza da Silvana Balbi già con-
            sapevole delle forti potenzialità comunicative e della notevole capacità espressiva
            di tali supporti multimediali, ed è stata accompagnata da un grosso catalogo ricco
            dei contributi dei rappresentanti di molti Musei nazionali e internazionali (Fig. 7).
            Per la riuscita della manifestazione ricevette dal Circolo Numismatico Mantovano il
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            premio Albino Bazzi per la Numismatica .
                 Sull’onda del grande successo riscosso con la mostra sui Gonzaga, la Balbi si
            cimentò in un’altra grande iniziativa, oltrepassando i confini nazionali. In occasio-
            ne del semestre di presidenza italiana europea (gennaio-giugno 1996) le venne
            affidato l’incarico di organizzare una mostra a Bruxelles presso i Musees Royaux
            d’Art et d’Histoire che fosse preludio e auspicio a quella moneta unica europea
            che di lì a poco sarebbe diventata realtà solida e irreversibile [...] L’Italia assume
            la Presidenza di un semestre europeo particolarmente importante e, all’inizio del
            suo mandato, intende offrire ai cittadini d’Europa nella sede comunitaria di Bru-
            xelles un evento culturale che aiuti a riflettere. “Lo Scudo d’Oro”, nelle sue molte
            varianti nazionali, ha unificato i mercati e ha reso grandi e vittoriose nel mondo
            le industrie ed i commerci dei nostri popoli scriveva l’allora Ministro per i Beni
            Culturali e Ambientali Antonio Paolucci nella sua presentazione al catalogo del-
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            la mostra  (Fig. 8). Nella mostra Lo Scudo d’Oro. Moneta e potere da Augusto a
            Carlo V le monete hanno svolto il ruolo di documento tangibile della storia degli
            Stati, dei loro programmi politici, delle complesse relazioni internazionali e l’écu
            au soleil, lo scudo d’oro di Francia che alla fine del Quattrocento conquistò tutti i
            mercati europei, fu eretto a simbolo del potere di coesione posseduto dalle varie
            monete susseguitesi nel tempo, dalla Roma di Augusto all’Europa di Carlo V: au-
            rei, solidi, tremissi, tarì, ducati, genovini, fiorini, scudi e poi anche denari, testoni,
            ducatoni scandirono le tappe della storia dell’oro monetato, e dell’argento ad esso
            affiancato, in oltre 400 esemplari appartenenti alle collezioni del Medagliere del
            Museo Nazionale Romano.



            32    S. SCanSani, m. CattafeSta, Gazzetta di Mantova, A. 332°, n. 245 (10 settembre 1995), p. 31 e p. 33.
            33    Noi con la lente, VII, n. 5 (settembre-ottobre 1995), p. 3.
                S. BalBi de Caro, Premessa, in S. BalBi de Caro (a cura di), Lo scudo d’oro. Moneta e potere da Augusto a
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            Carlo V, Catalogo della mostra (Bruxelles, dicembre 1995 - gennaio 1996), Roma 1996.

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