Page 11 - Bollettino di Numismatica Studi e Ricerche n. 4/2024
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Silvana Balbi de Caro. Il pensiero, l’opera, gli studi







            voia stessi e a seguito di iniziativa e sapiente attività diplomatica di Silvana Balbi de Caro. A lei
            devo riconoscere il grande merito di aver saputo, in ogni occasione necessaria e nell’interesse
            dell’ufficio, istituire rapporti anche internazionali proficui con personalità del mondo politico e
            della finanza.
                 La ripresa del Museo si ebbe con l’approvazione della legge speciale per le antichità di
            Roma che stanziò per un quinquennio 180 miliardi di lire (legge 23 marzo 1981 n. 92), rifinan-
            ziata per un altro quinquennio con 50 miliardi nel 1986 (legge 22 dicembre 1986 n. 910, art. 8
            comma 19), per un importo complessivo di 230 miliardi di lire, corrispondenti con rivalutazione
            monetaria a oltre 118 milioni di euro. La legge era stata promossa fin dal 1978 dalla Soprinten-
            denza archeologica di Roma, per il conseguimento di alcuni grandi obiettivi di conservazione
            monumentale e di valorizzazione museale. Tra questi vi era il risanamento, l’ampliamento e la
            riorganizzazione espositiva del Museo Nazionale Romano, inteso come parte integrante delle
            antichità urbane, con la funzione specifica – ben oltre i compiti usuali di ogni complesso mu-
            seale – di rendere comprensibili per il grande pubblico la complessità degli aspetti storici e
            culturali della città di Roma prima dell’età moderna.
                 In parte attuato nell’arco di un ventennio e nelle grandi linee portato a compimento per
            il Giubileo dell’anno 2000, questo era un programma aperto, che prevedeva altre sedi, oltre le
            quattro che erano state aggiunte a quella originaria delle Terme: Palazzo Massimo alle Terme,
            Palazzo Altemps, Crypta Balbi, S. Croce in Gerusalemme; di una sesta sede, individuata nell’im-
            mobile demaniale dell’Arsenale Pontificio, nell’antica zona portuale, erano stati predisposti i
            progetti di allestimento e di esposizione, che avrebbero dovuto illustrare la storia economica e
            commerciale della città, in stretta relazione con il settore numismatico. Di questo obiettivo, ab-
            bandonato per motivi che ignoro, e del lavoro svolto per il suo conseguimento anche da Silvana
            Balbi, è stranamente svanita persino la memoria.
                 Nel saggio di Gabriella Angeli Bufalini, qui pubblicato, le attività e i meriti culturali e am-
            ministrativi di Silvana Balbi de Caro sono ben descritti. Si può dire che senza il suo contributo,
            protrattosi dal 1975 al 2003, il Museo Nazionale Romano non avrebbe assunto l’attuale fisiono-
            mia scientifica né alcuni dei suoi importanti aspetti espositivi e conservativi. Nella ristruttura-
            zione del Palazzo Massimo alle Terme, acquisito nel 1981, sono stati rispettati i caratteri archi-
            tettonici dell’edificio, per sua natura già adatto all’esposizione di opere d’arte per ampiezza dei
            locali, linearità dei percorsi e luce naturale. Sono stati tuttavia ricavati, al posto delle cantine due
            livelli sotterranei di grande sicurezza, il primo per l’esposizione delle monete, quello inferiore
            per il deposito degli oggetti di maggior valore, gioie e soprattutto monete. La rapina subita dal
            Museo Archeologico di Napoli nel 1977, aveva richiamato ancora una volta l’esigenza di dotare
            i musei di protezioni particolarissime per i beni più preziosi e più esposti a pericoli di ogni
            genere. Nelle Terme di Diocleziano il Medagliere del Museo Nazionale Romano era stato fin
            dalle origini sistemato in locali prospicienti via Gaeta, che col tempo divennero insufficienti e
            che comunque erano poco sicuri. Si decise pertanto di trasferire l’intero settore numismatico,
            con i suoi laboratori, depositi e biblioteca nell’edificio di nuova acquisizione nel quale si po-
            tevano creare ambienti adeguati e, soprattutto, si poteva istituire per la prima volta un ampio
            spazio espositivo dedicato alla numismatica. Al trasferimento si giunse nel 1998 e l’allestimento
            di un intero piano espositivo consentì di rappresentare, con i materiali delle collezioni storiche



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